RC moto: massimale, franchigia e scoperto, quali differenze?

RC moto: massimale, franchigia e scoperto, quali differenze?

Durante la stipula un contratto RC moto spuntano spesso clausole come massimale, franchigia e scoperto. Quali sono le differenze e quando conviene attivarle?

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10 Settembre 2020 - 00:00

I possessori di un motociclo o di un ciclomotore che devono per legge sottoscrivere una assicurazione RC moto, sanno benissimo che le polizze sono in genere caratterizzate dalla presenza di numerose clausole che condizionano sia l’ammontare del premio e sia l’importo dell’eventuale risarcimento nell’ipotesi di un incidente. Tra queste le più comuni sono il massimale, la franchigia e lo scoperto: scopriamo in cosa consistono e quali differenze ci sono.

MASSIMALE RC MOTO

Il massimale è la cifra massima che la compagnia assicurativa corrisponde in caso di sinistro, in base al contratto stipulato. Ciò significa che se il danno arrecato è superiore al massimale, l’assicurato deve pagare di tasca sua la differenza alla controparte. Conviene quindi stipulare una polizza RC moto dai massimali molto alti, ma questa scelta ha il suo rovescio della medaglia: come detto la clausola incide e non poco sulla determinazione del premio. Per cui più i massimali sono alti, più l’assicurazione costa. Occorre pertanto scegliere una via di mezzo.

VALORI MINIMI DEI MASSIMALI

Per i massimali RC auto e moto esiste anche un valore minimo, sotto cui non si può scendere. Attualmente in Italia il massimale minimo previsto per legge è di 1.220.000 euro per i danni alle cose e 6.070.000 per i danni alle persone. Ne deriva che l’assicurazione può arrivare a pagare, per singolo sinistro, una somma pari a poco più di 7 milioni di euro, indipendentemente dal numero di persone coinvolte e di beni danneggiati. Attenzione però a farsi bene i calcoli. I 7 milioni di euro minimi garantiti per legge, che sembrano più che sufficienti a coprire i danni di un grave incidente stradale, possono diventare pochi se il sinistro riguarda più di una persona. Ribadiamo infatti che il massimale minimo si calcola ‘per sinistro’ e non per persona. Pertanto se in un incidente sono coinvolti tre soggetti, il massimale deve dividersi per tre.

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FRANCHIGIA RC MOTO

La franchigia di una polizza RC moto indica la quota del rimborso che non è posta a carico dell’assicurazione ma resta a carico del conducente. A prima vista può sembrare simile al massimale, ma al contrario di quest’ultimo è una quota minima, al di sotto della quale la compagnia non è tenuta a pagare. L’inserimento della franchigia in un contratto assicurativo non è obbligatoria, ma spesso sono gli stessi contraenti a richiederla perché fa scendere sensibilmente il premio. Inoltre se in un sinistro i danni sono inferiori al valore della franchigia, il bonus malus non scatta. Da parte delle compagnie, invece, la franchigia è un ottimo deterrente contro le eccessive richieste di rimborso anche in caso di danni molto lievi.

DIFFERENZA TRA FRANCHIGIA RELATIVA E FRANCHIGIA ASSOLUTA

La franchigia può essere relativa o assoluta. Con la franchigia relativa il risarcimento del danno, a seconda dei casi, può essere posto a carico dell’assicurato oppure della compagnia assicurativa. Se il risarcimento è uguale o inferiore alla franchigia prevista, è l’assicurato a dover pagare i danni. Se invece il risarcimento è superiore alla franchigia, i danni sono totalmente a carico dell’assicurazione. Esempio: franchigia 500 euro e danno 300 euro, paga l’assicurato; franchigia 500 euro e danno 600 euro, paga l’assicurazione. Con la franchigia assoluta, invece, il danno viene sempre risarcito dall’assicurato, ma limitatamente all’entità della franchigia. Esempio: franchigia 500 euro e danno 300 euro, paga l’assicurato; franchigia 500 euro e danno 700 euro, l’assicurato paga 500 e l’assicurazione i restanti 200. Inutile precisare che un’assicurazione moto con franchigia relativa costa di più.

SCOPERTO RC MOTO

Lo scoperto somiglia molto alla franchigia con la differenza che non è fisso e non viene calcolato sulla cifra assicurata, ma è espresso in percentuale sull’ammontare del danno. In altri termini, lo scoperto rappresenta la percentuale del danno che resta a carico dell’assicurato. Data questa caratteristica il suo ammontare non si può calcolare preventivamente né può avere un importo fisso, ma viene monetizzato soltanto in seguito alla valorizzazione del danno stesso. Come i massimali anche lo scoperto ha un minimo e un massimo.

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