Il problema delle moto rumorose: quali sono, se ci sono, i limiti di decibel previsti sulle strade italiane? E all'estero come funziona?
Il problema delle moto rumorose è già stato affrontato con decisione in molti Paesi europei mentre l’Italia continua a latitare, affidandosi soltanto a norme locali come quella disposta recentemente dalla città di Lecce e finalizzata al contrasto dell’inquinamento acustico. Nei mesi scorsi era stata invece la polizia locale delle Giudicarie, in Trentino, ad armarsi di fonometro per scovare e punire i disturbatori su due ruote. Ma quali sono, se ci sono, i limiti di decibel previsti in Italia?
DIVIETO DI MANOMETTERE IL DISPOSITIVO SILENZIATORE
Indicativamente il rumore delle moto nuove di fabbrica non supera mai il limite del tollerabile. I problemi sorgono quando si manomette il dispositivo silenziatore della marmitta per guadagnare un sound più aggressive e soprattutto per aumentare le prestazioni del veicolo. In questo caso il rombo del motore può diventare davvero fastidioso, al punto che il Codice della Strada vieta espressamente di alterare il silenziatore (art. 155 comma 2: “Il dispositivo silenziatore, qualora prescritto, deve essere tenuto in buone condizioni di efficienza e non deve essere alterato”) ricordando nel contempo che “durante la circolazione si devono evitare rumori molesti”, pena una multa da 42 a 173 euro. Inoltre, art. 78 comma 3, “chiunque circola con un veicolo al quale siano state apportate modifiche alle caratteristiche indicate nel certificato di omologazione e nella carta di circolazione […] è soggetto a una multa da 431 a 1.734 euro”.
MOTO RUMOROSE: I LIMITI DI DECIBEL IN ITALIA
Insomma con le modifiche al dispositivo silenziatore non si scherza affatto. Per quanto riguarda invece il limite di tollerabilità del rumore provocato dal motore della moto, la legge italiana non indica una soglia specifica. Tuttavia la Cassazione, attraverso varie sentenze, ritiene eccedenti il limite normale le immissioni che superano di 3 decibel la rumorosità di fondo. Si tratta comunque di un punto di riferimento e non di un valore assoluto. In ogni caso meglio non esagerare con le moto rumorose: nei casi estremi un giudice potrebbe infatti ravvisare il reato di “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”, previsto dall’art. 659 C.P., secondo cui “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche […], disturba le occupazioni o il riposo delle persone […], è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309”.
LIMITI DI DECIBEL DELLE MOTO NEGLI ALTRI PAESI
Negli altri Paesi, come abbiamo scritto all’inizio, sono però andati oltre le norme generiche, stabilendo appositi limiti acustici per le moto, anche temporanei (di solito il problema del rumore si pone in primavera ed estate, le stagioni preferite dai motociclisti). In Tirolo (Austria), per esempio, a partire dal 10 giugno scorso e fino al prossimo 31 ottobre hanno vietato la circolazione di motocicli il cui rumore superi i 95 decibel, con contravvenzione per i trasgressori fissata a 220 euro. Si tratta di un limite molto severo che colpisce alcuni modelli senza bisogno di apportare modifiche, tra cui Aprilia RSV4 1100 Factory e RR, Ducati SuperSport, varie Harley-Davidson e Kawasaki Z 900. Analoghe misure sono previste in diverse regioni di Francia e Germania.