Cosa me ne faccio di una moto da oltre 250 Km/h se non posso mai superare i 130? Questa è una domanda che mi faccio sempre quando penso, per esempio, alla Suzuki Hayabusa. Non è facile rispondere correttamente, perchè l’errore sta alla base: non dovrebbero esistere mezzi stradali civili (nel senso: “non militari”) capaci di […]
Cosa me ne faccio di una moto da oltre 250 Km/h se non posso mai superare i 130? Questa è una domanda che mi faccio sempre quando penso, per esempio, alla Suzuki Hayabusa.
Non è facile rispondere correttamente, perchè l’errore sta alla base: non dovrebbero esistere mezzi stradali civili (nel senso: “non militari”) capaci di raggiungere e superare queste velocità, ma -visto che ci sono- dobbiamo usare il cervello e domandarci innanzitutto quanto, e se, siamo in grado di resistere alla tentazione di tirare la sesta marcia (alla “Haya” basta la terza).
Bisogna essere sinceri e precisi*. Per la precisione* faccio presente che il limite massimo di velocità raggiungibile per tutti i mezzi motorizzati (e non) è quello scritto nel codice della strada. (tranquilli, non vi faccio la ramanzina!).
In Italia al massimo è di 130 Km/h. Ci sono Stati esteri dove il limite di velocità autostradale è molto più alto, ma sono altrettanto diverse anche le condizioni dell’asfalto, della manutenzione e dei servizi accessori (pulizia, segnalazioni, controlli, guardrail, segnaletica, antighiaccio, etc.). Bisogna anche dire che in questi Paesi spesso è diverso anche il solo approccio con la strada, per cui si tende generalmente a rispettare di più le norme stradali.
Per la sincerità* devo ammettere che ogni tot una tiratina (breve) me la concedo pure io; anche se adottando tutte le attenzioni del caso, che poi sono quelle che vado scrivendo in queste pagine. Ovviamente ho comprato una moto adeguata alla mia tentazione. Tentazione che ho avuto modo di testare in passato con l’aprilia RS 125 e poi 250 cc, in pista: troppa. Troppa tentazione = moto stradale sì, ma non troppo potente (che già con 50 cavalli sarebbero ben più di 200 Km/h).
Attenzione: è falso che una moto di “scarsa” potenza sia meno pericolosa di quelle più potenti: la differenza sta solo nella “facilità” con cui si arriva a velocità elevate – fattore strettamente legato alla capacità del pilota di collegare il cervello al polso destro.
Non dimentichiamo poi quale altro enorme rischio corriamo viaggiando ad alta velocità dove non è consentito… il ritiro della patente!
Anche se a volte in modo truffaldino.. capita di ritrovarsi “artisticamente” fotografati e multati. Rabbia a parte, resta il fatto che i punti della patente non sono infiniti. Bastano 2 velox e un posto di controllo per obbligarci a lasciare la moto in garage (in alcuni casi anche per sempre).
Per fare una “tiratina” l’ideale è andare a correre in pista: dove non ti fanno fare nemmeno una puzzetta se non sei in regola.. o comunque non coinvolgete innocenti. In pista si viaggia solo con le adeguate protezioni, le quali devono essere necessariamente omologate per l’uso in pista, appunto.
L’ideale sarebbe che tutte le attrezzature motociclistiche fossero “pista-compatibili”, ma non è proprio così: alcuni di quelli che si trovano comunemente in vendita sono solo indumenti fabbricati da noti marchi di abbigliamento motociclistico e niente più. Fate quindi attenzione agli acquisti.
E pensare che -paradossalmente- le protezioni servono di più in strada che in pista! Si, perché in pista non ci sono ostacoli improvvisi, traffico, guardrail ghigliottina, gatti, cani, cani alla guida, etc. (Nel video che segue sono ben illustrati degli esempi di alcuni pericoli che non troviamo in pista)
Pista, pista, pista è la parola d’ordine. Scrolliamoci di dosso la pigrizia digitale post-moderna e facciamo una ricerca veloce per individuare la pista più vicina per sfogarci li. Moltissime strutture non necessitano della licenza di pilota amatoriale per poterle sfruttare; è richiesta (giustamente) solo la sottoscrizione di un’assicurazione temporanea che dura giusto il tempo che si passa a smanettare, che normalmente è già compresa nella tariffa standard e viene siglata con l’unica firma che dovete mettere all’entrata.
In mancanza di alternative o in impellenza di tentazione è meglio scegliere una strada deserta. Quella nella foto qui in alto è certamente “invitante”, ma non fatevi ingannare: a pochi metri c’è un’incrocio.. e poco più avanti un qualcosa di abitato/trafficato da esseri che non hanno la tua stessa intenzione di abbattere il muro del suono.
Questa invece sarebbe ideale (ammesso che esista 😉 ). Sconsiglio l’autostrada: li potete fare i 140 Km/h di contakilometri; ci sono altri veicoli, alcuni lenti, e si sentono tutti in diritto di sorpassare: anche quando non è possibile o è vietato.
E’ assolutamente indispensabile rallentare anche quando si verifica un blocco stradale e ci troviamo a viaggiare sulla corsia opposta rispetto a quella bloccata.
In questo caso, capita spesso che un’auto in coda invada inaspettatamente la nostra corsia (quella libera) per fare inversione a “U”; ignorando completamente l’eventuale presenza di motociclette in arrivo.
Anche se il rallentamento del traffico non interessa il nostro senso di marcia: dobbiamo comunque mollare l’acceleratore, mettere un dito sul freno e alzare le antenne per tentare di prevedere l’imbecillità mononeuronica altrui.
Stessa attenzione e dito sul freno anche in autostrada o dove non è possibile fare inversioni a “U”: c’è sempre un idiota curioso che per guardare l’incidente nella corsia opposta, forma improvvisi e rischiosi ingorghi.
Se pensate che in sella a un bolide da 300 e oltre Km/h nessuno possa fermarvi… vi sbagliate di grosso.
Questa Lamborghini sorpassa la sua ombra …e quando occorre è autorizzata a farlo. Se poi si parla di curve: nemmeno la moto più sportiva del mondo gli sta dietro (figuratevi davanti).
per via dell’assetto, della superfice di pneumatici a contatto con l’asfalto, etc.