Nell’ambito dei sistemi elettronici di aiuto alla guida applicati al mondo moto, la novità più recente è senza dubbio rappresentata dal controllo di trazione. In sostanza un aiuto elettronico nato per aiutare il pilota a gestire l’aderenza della ruota posteriore durante la fase di accelerazione.Per prima cosa è bene notare come, dal punto di vista […]
Nell’ambito dei sistemi elettronici di aiuto alla guida applicati al mondo moto, la novità più recente è senza dubbio rappresentata dal controllo di trazione. In sostanza un aiuto elettronico nato per aiutare il pilota a gestire l’aderenza della ruota posteriore durante la fase di accelerazione.
Per prima cosa è bene notare come, dal punto di vista concettuale, la decisione di sviluppare sistemi di questo tipo può prendere il via da esigenze contrapposte: da un lato quella di aumentare la sicurezza del comune motociclista in condizioni di scarsa aderenza del manto stradale, come ad esempio pioggia, sporco, neve, fango. Dall’altro esiste anche la necessità non meno nobile di aiutare il pilota sportivo ad ottimizzare in pista il tempo sul giro, migliorando la fase dell’uscita di curva, quando in gioco ci sono centinaia di cavalli da gestire.
Se, come abbiamo visto, le esigenze possono essere le più differenti, vero è che la
- Sensori:
Le prime informazioni da ottenere per gestire la trazione della moto rispondono, in sostanza alle seguenti domande: quanto velocemente sta girando la ruota posteriore? Quanto velocemente sta girando la ruota anteriore?
Per ottenere questa informazione si utilizzano, per ogni cerchio della moto, due componenti: una cosiddetta “ruota fonica” (indicata dalla freccia in figura), in pratica una ruota fissata al cerchione con scanalature o fori regolarmente distribuiti lungo di essa, ed un trasduttore chiamato talvolta terminale (evidenziato dal cerchiolino nell’immagine), ad essa collegato.
Questo componente è capace di “vedere” la presenza o meno del foro o della scanalatura sulla fonica, modificando le sue caratteristiche elettriche (ad esempio comportandosi come un interruttore, che si accende o si spegne ad ogni foro o scanalatura, oppure come una piccola dinamo che genera elettricità al passaggio di ogni riferimento). Grazie a questa particolarità si può quindi riuscire a contare la velocità con cui si alternano i forellini (o le scanalature) sulla ruota fonica. Ciò permette di misurare quanto velocemente stia ruotando il cerchio della moto. L’operazione di calcolo è gestita dalla centralina elettronica e viene effettuata decine di volte al secondo, in maniera tale da permettere al sistema di accorgersi delle variazioni di velocità abbastanza in fretta da poter reagire.
- Centralina:
Questo componente è lo stesso che gestisce l’accensione del motore, contribuendo a decidere quanta benzina iniettare, quando eseguire questa operazione, quando inviare corrente alle candele. Per quanto riguarda il suo ruolo nel sistema di controllo della trazione, essa in pratica elabora le informazioni provenienti dai sensori delle ruote analizzando le differenze di rotazione tra la ruota anteriore e la posteriore. Quando rileva un aumento della velocità di rotazione della ruota posteriore a cui non corrisponde un uguale aumento della ruota anteriore…beh i casi sono due: o la moto sgommando, o sta impennando! Per fortuna, o purtroppo, la centralina deciderà di intervenire in entrambi i casi.
Certo i sistemi più sportivi o quelli adatti al fuoristrada lasceranno un margine di libertà più ampio al pilota rispetto a quelli sviluppati con l’unico scopo di aumentare la sicurezza attiva. Questo grado di variabilità, che potremmo considerare in pratica il “carattere” del dispositivo, è sostanzialmente definibile via software, intervenendo su tre parametri: il lasso di tempo in cui può essere tollerata una differenza di velocità tra le ruote, l’entità tollerata di questa differenza, e il grado di intervento sul motore. In riferimento a quest’ultimo possiamo avere un intervento sull’accensione o sulla gestione dell’acceleratore. Agendo sull’accensione la centralina impedirà di fatto la combustione del carburante, spegnendo letteralmente per frazioni di secondo il motore, fino a rilevare una ripristinata condizione di equilibrio tra le ruote. Questa azione può apparire decisamente rude, e in effetti alcuni sistemi di questo tipo evidenziano una risposta piuttosto sgradevole (sebbene immediata, proprio per la sua brutalità, a tutto vantaggio della sicurezza del pilota). Una soluzione al problema si può trovare nella riduzione della potenza motore attraverso la regolazione elettronica dell’acceleratore: il controllo di trazione si comporta in questo caso come un vero pilota, chiudendo più o meno decisamente la manopola del gas.
Diversi approcci di progettazione, differenti strategie di pensiero ma, in fondo, un bel passo in avanti verso un futuro di sicurezza, anche per il motociclista di tutti i giorni.