Da una nostra recente rilevazione pare che la situazione stia migliorando. Intanto le forze dell’ordine attuano la tolleranza Zero. In realtà chi non usa il casco non è definibile “motociclista”, ma ci serviva la parola nel titolo. Sappiamo bene quanta disparità ci sia tra nord e sud Italia nel rispetto della regola del casco. Nel […]
Da una nostra recente rilevazione pare che la situazione stia migliorando. Intanto le forze dell’ordine attuano la tolleranza Zero.
In realtà chi non usa il casco non è definibile “motociclista”, ma ci serviva la parola nel titolo. Sappiamo bene quanta disparità ci sia tra nord e sud Italia nel rispetto della regola del casco. Nel tempo le leggi, il buon senso e la severità nei controlli e nelle sanzioni hanno quasi azzerato la percentuale di motociclisti che viaggiano senza nell’Italia settentrionale. Al centro e al sud la situazione è sempre stata critica. Insufficienti controlli e tradizioni locali di dubbia moralità favoriscono -ancora oggi- l’insofferenza a tutte quelle regole che agli ignoranti appaiono come inutili o superflue.
Indossare il casco non è superfluo. I dati dell’Istituto Superiore della Sanità parlano chiaro: la prima causa di morte fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni sono gli incidenti stradali. La seconda per i ragazzi dai 10 ai 14 e dai 20 ai 24 anni. Un incidente stradale in motocicletta senza casco equivale quasi certamente a un decesso. Si stima, inoltre, che senza adeguate contromisure, entro il 2020 gli incidenti stradali rappresenteranno la terza causa globale di morte e disabilità. (ISS – dati 2009)more
- La nostra rilevazione
Da sola forse non sarebbe bastata, ma i dati che abbiamo rilevato in giro per le strade di Napoli rispecchiano e rafforzano quelli delle ultime statistiche nazionali. Nelle zone più trafficate della città si arriva a circa il 65/70% di persone che indossano il casco su moto e scooter. Insomma, quello che emerge è che la situazione sta cambiando. Non ci nascondiamo dietro a un dito di ipocrisia dicendo che l’Italia è unica e indivisibile e che tutto il mondo è paese. Fino a poco tempo fa i dati erano ben diversi. Nel 2001 si parlava di circa il 20% degli utenti delle due ruote che indossavano un casco nel sud del nostro Paese. Oggi la situazione è meno peggio di quanto non si usi dire. Iniziamo quindi proprio da Napoli per sfatare il mito dell’incoscienza motociclistica solo al sud.
Solo nei quartieri popolari la situazione si fa meno regolare arrivando ai minimi rilevati anche dall’ISS: si scende fino al 20% di utenti in regola. Tuttavia ci permettiamo di far notare che anche a Milano, in alcune zone, si verifica una situazione simile: caschi non omologati/scodelle, indossati male (ad esempio slacciati), in pessime condizioni o scaduti.
- Le statistiche ISS del 2009
In Italia, la rilevazione degli incidenti stradali a livello nazionale deriva dalla collaborazione di diversi enti: ministero dell’Interno, Automobile Club d’Italia (Aci), Polizia stradale, Carabinieri, Polizie municipali, uffici statistici locali che hanno sottoscritto una convenzione con l’Istituto nazionale di statistica (Istat) volta alla raccolta, al controllo e alla registrazione dei dati.
Secondo il rapporto Istat-Aci relativo agli incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2008, si sono verificati circa 220 mila incidenti stradali, che hanno causato oltre 310 mila infortuni e quasi 5 mila decessi. Rispetto al 2007, tuttavia, si segnala un miglioramento: gli incidenti sono diminuiti del 5,2%, i decessi del 7,8% e i feriti del 4,6%. A fronte di un aumento del parco veicolare del 17,7%, dal 2000 al 2008, in Italia, gli incidenti sono passati da 256.546 a 218.963 (-14,6%), i morti da 7.061 a 4.731 (-33%)* e i feriti da 360.013 a 310.739 (-13,7%)*. Miglioramenti sono stati registrati per l’indice di mortalità (numero di decessi ogni 100 incidenti), passato dal 2,8% del 2000 al 2,2% del 2008, e per l’indice di gravità (numero di decessi ogni 100 infortuni), passato da 1,9% a 1,5%. (Fonte ISS)
Sono le città i luoghi in cui avviene la maggior parte degli incidenti in Italia. Nel 2008, infatti, il 76,8% degli incidenti si è verificato su strade urbane, causando oltre 228 mila feriti (il 73,5% del totale) e oltre 2 mila morti (43,9% del totale).
* I dati riportati sul sito dell’ISS risultano diversi, in quanto sono state invertite, probabilmente per sbaglio, le percentuali relative a morti e a feriti.
- Situazione generale del Sud
Nel resto del sud Italia la situazione è altalenante. Abbiamo i recentissimi dati della Sicilia (ottenuti in anteprima dal prof. Dosi dell’ISS che cura il sistema Ulisse
), altra regione famosa per l’uso dei caschi… come vasi per i fiori, però. Anche qui la situazione cambia. All’inizio del 2009 le percentuali erano identiche a quelle napoletane che vi abbiamo illustrato. Dati ancora più recenti parlano di un ulteriore miglioramento. In alcuni casi si supera l’80%. Nel dettaglio la percentuale di motociclisti che indossano il casco suddivise per provincia: AG 70,2% – CL 70% – CT 79,5% – ME 85,4% – PA 83% – RG 77,3% – SR 74,6% – TP 69,8% – EN 81,7%. I dati tengono conto della media registrata in più punti della città (zone centrali e periferiche). Il prof. Dosi ci diceva che a Palermo, in pieno centro, si rileva anche il 90% di conducenti con il casco.
Il nostro auspicio è che si arrivi in breve a un pareggio della situazione Nord-Sud, che oggi vede il settentrione in testa alla classifica con picchi del 100% di motociclisti che indossano correttamente il casco in tutte le sue regioni.
- Tolleranza Zero e massimi controlli
Un forte incentivo a rispettare la Legge è certamente dovuto al recente inasprimento delle sanzioni con le ultime modifiche al codice della strada. Il vero cambiamento, però, consiste nel rafforzamento dei controlli delle Forze dell’Ordine lungo le strade di tutta la penisola. Il ministro Matteoli lo aveva promesso durante l’estate, ma il consolidamento dei controlli si fa sentire maggiormente a partire da settembre. Il motivo è dovuto al periodo di vacanza, in cui il rafforzamento riguardava principalmente solo le zone turistiche. In questi giorni, invece, si nota maggiormente la quantità (e qualità) dei controlli lungo tutte le strade, anche quelle meno trafficate (a Napoli, ad esempio, ci sono controlli ovunque e con pattuglie anche miste Polizia/Esercito).
Non sappiamo quanto durerà, ma siamo certi che questo provvedimento è stato chiesto a gran voce da tutti, compresi i cittadini incoscienti e opportunisti che oggi se ne pentono. La forza repressiva non è certo la soluzione a questi problemi, lo sappiamo bene, tuttavia ne è parte integrante. E poi, per una volta che i legislatori hanno risposto con i fatti (almeno in piccola parte)…
Se anche nella tua città i controlli sono aumentati, oppure se non hai notato alcuna differenza nella presenza di posti di controllo: commenta l’articolo per farci conoscere la situazione.
- Non solo casco
Vi ricordiamo che indossare il casco è solo il minimo indispensabile per la protezione della vostra vita. Il casco protegge la testa, senza la quale siamo morti. Bisogna considerare, però, che in motocicletta si rischiano anche braccia, gomiti, spalle, gambe. Proteggere la testa è un obbligo, ma salvaguardare il resto del corpo è solo un diritto. In Italia siamo ancora troppo lontani dall’avere una consapevolezza adeguata in merito. Ricordiamoci tutti che esiste abbigliamento protettivo, omologato oppure (quantomeno) dotato di protezioni omologate. L’abbigliamento protettivo non deve essere un optional.
Per quanto riguarda l’uso del casco la situazione quindi migliora giorno per giorno. Per le munnizze proprio non sappiamo cosa pensare. Forse che qualcuno mette il casco integrale nella (vana) speranza di percepire un po’ meno l’olezzo emesso dai rifiuti.