Gomme nuove, usate, di vecchia costruzione, risparmiare per avere comunque un prodotto valido. Le domande alle quali abbiamo cercato di dare una rispostaIl momento di sostiruire gli pneumatici è da sempre per tanti motociclisti fonte di dubbi, di convinzioni più o meno errate. Su questo importante argomento, spesso avvolto da miti e leggende, abbiamo voluto […]
Il momento di sostiruire gli pneumatici è da sempre per tanti motociclisti fonte di dubbi, di convinzioni più o meno errate. Su questo importante argomento, spesso avvolto da miti e leggende, abbiamo voluto sentire il parere degli esperti che, grazie ad alcuni pratici consigli, possono fare luce su alcuni aspetti fondamentali da conoscere. Aspetti che, in situazioni tipiche di utilizzo, diventano decisivi conoscere bene e che potranno fare la differenza tra il piacere di guida o trovarsi tra le mani un mezzo poco sicuro soprattutto in casi limite durante la guida su strada.
- DOT, Omologazione e stato di invecchiamento: la parola alle Case
Gomme “finite” si spulciano i vari listini per capire quale treno si adatto alla nostra moto ed alle nostre tasche. Risparmiare su un treno di gomme non è sempre indice di scarsa performance, ma ovvviamente bisogna farlo in giusta dose. Abbiamo raccolto pareri tra i tecnici delle varie Case, ecco quello che ne è venuto fuori:
- La sigla DOT (Department Of Transportation) che indica il periodo di costruzione ci da una grossa mano, ma montare un treno di gomme nuovo, ma di costruzione non recentissima, fa risparmiare soldi, ma è il meglio per la propria moto?
– Se gli pneumatici vengono conservati, da parte dei distributori e installatori, secondo le norme e le linee guida ETRTO, questi non subiscono un deterioramento anche dopo anni e sono in grado di garantire i medesimi standard di sicurezza. Se tenuti al riparo da agenti atmosferici, sopratutto la luce solare, ed in luogo asciutto , un prodotto “da scaffale” può garantire prestazioni efficienti anche dopo anni di conservazione.
- Esistono indizi visivi che fanno capire se sia o meno il caso di fidarsi nell’acquistare uno pneumatico da magazzino ma costruito da qualche anno? Se si, quali?
–La data influisce poco. Pneumatici “vecchi” potrebbero avere mescole con prestazioni inferiori a quelli di ultima generazione, quindi più che la data il consigli è quello di
controllare il modello di pneumatico, se l’ultimo presentato o di vecchia generazione. In questo caso ovviamente le prestazioni variano, ma più che altro legati alla tecnologie di costruzione.
- Ha senso parlare di scadenza per uno pneumatico?
– La convinzione che gli pneumatici “scadano” è falsa. Dipende sempre dalla conservazione, se nuovi, o dallo stato di utilizzo.
- Il tempo che danni può causare alla mescola e di conseguenza alle prestazioni?
– No, in linea teorica, ma ovviamente dopo averle usate su strada vengono sottoposte a stress meccanici, atmosferici etc. che ne deteriorano velocemente le qualità. Questo significa che, a seconda delle condizioni d’uso uno pneumatico, si può avere una durata variabile da 1 a 4 anni.
- A livello di mercato ed omologazioni europee, cosa cambia tra i diversi paesi in cui vengono commercializzate le gomme. Uno pneumatico omologato ad esempio per il mercato in Italia, si differenzia da un prodotto identico, ma omologato per altri Stati, zone dove magari il clima è diverso?
– Le omologazioni EX (E1, E2, E3…) indicano solo la corrispondenza ad una normativa Europea. Questa può essere rilasciata da qualsiasi Paese membro e viene mutualmente riconosciuta dagli altri Paesi. L’eventuale differenza sulle mescole non è riscontrabile dal bollino EX, ma si usano di norma i simboli che corrispondono alle sigle invernali al massimo (soprattutto in campo auto). E’ vero che a seconda dei mercati le mescole e le carcasse possono variare, seppur di poco (anche a parità di nome commerciale), ma questo non è identificabile attraverso le sigle.