Genova: in arrivo telecamere e parcheggi a pagamento per i motociclisti
Rischio di aumento della pressione fiscale per i motociclisti nella città italiana con il più alto rapporto moto/abitanti. Il tutto senza alcuna contropartita. La stessa Amministrazione comunale recentemente si era rifiutata di riparare i guard-rail nella zona più pericolosa per i centauri. I motociclisti (e non solo) di Genova stavolta potrebbero non fermarsi alla protesta […]
Rischio di aumento della pressione fiscale per i motociclisti nella città italiana con il più alto rapporto moto/abitanti. Il tutto senza alcuna contropartita. La stessa Amministrazione comunale recentemente si era rifiutata di riparare i guard-rail nella zona più pericolosa per i centauri.
I motociclisti (e non solo) di Genova stavolta potrebbero non fermarsi alla protesta mediatica come accaduto nel caso dei pericolosi guardrail della Sopraelevata. In quel caso si era ipotizzato di non sostituire le vecchie e pericolose barriere perché “costava troppo”. Fosse stato un tratto di strada qualunque non ci saremmo scaldati tanto, ma si tratta di un punto in cui periodicamente i motociclisti muoiono (notizie di cronaca). Dopo una protesta su più fronti (perlopiù mediatica, sostenuta anche da noi – vedi qui
), il sindaco si è ricreduto, optando poi per una soluzione alternativa economica.
Ora è la volta di aumentare le tasse per far cassa, ma in cambio di nulla. L’intenzione dell’amministrazione è quella di installare 10 nuove telecamere per
Romolo Benvenuto, presidente dell’associazione Dueruote in Città, e Marco Marcellino, presidente della sezione genovese della Federazione Motociclistica Italiana, promettono manifestazioni in piazza. Nella loro lettera aperta traspare chiaramente che persino le telecamere installate precedentemente non avevano realistici motivi di sicurezza o di controllo della velocità dei mezzi. Le multe, però, raddoppiano. Inoltre – aggiungiamo noi – non intravediamo una contropartita: quali servizi avranno in cambio i motociclisti genovesi?
Vi ricordiamo che Genova è la prima città italiana ed europea per numero di motociclette in proporzione al numero di abitanti. Invece che corsie dedicate e servizi ad hoc, per i cittadini ci sono multe e barriere economiche alternative. E affilatissimi guard-rail. Se non ci pensa l’Amministrazione pubblica alla salute dei propri cittadini…
- Di seguito la lettera aperta per Marta Vincenzi (sindaco di Genova)
“Egr. Sig. Sindaco, molte nubi si addensano sulla testa della vasta categoria dei motociclisti genovesi. Non sono solo quelle atmosferiche che ogni giorno sfidiamo soprattutto in questo periodo invernale. Questo è un disagio che mettiamo nel conto. Sono piuttosto pesanti avversità monetarie. Ci riferiamo alle scelte in discussione che sempre, sempre leggiamo sui giornali senza che ci sia mai, mai una sede di discussione. Dieci nuove implacabili telecamere sulle corsie gialle e parcheggi a pagamento per le due ruote. Scelte pesanti alle quali ci opporremo con ogni mezzo. Vediamo perché, incominciando con un ripasso che fa sempre bene. Genova si può definire a buon diritto la Capitale europea delle Dueruote. Abbiamo il doppio di moto rispetto a Roma in proporzione agli abitanti. Siamo la prima città italiana per numero di moto immatricolate e l’ultima per numero di auto. Ogni giorno circa centomila genovesi inforcano il loro scooter per portare a scuola i bimbi, andare a lavorare, fare la spesa, sbrigare commissioni e faccende, insomma per vivere.
Sono impiegati e operai, professionisti e casalinghe, studenti e dirigenti, imprenditori e pensionati, uomini e donne, giovani e meno giovani. Sono i genovesi. Con questa scelta personale fanno vivere la città che altrimenti sarebbe paralizzata da un unico, immenso ingorgo fumante. Questa risorsa delle Dueruote non è considerata tale dal Comune. Gliene chiediamo ragione ricordandoLe che in piena campagna elettorale Lei è venuta ad una nostra manifestazione contro le multe assurde delle telecamere sulle corsie gialle promettendo attenzione e politiche dedicate che non si sono viste. Era il 23 febbraio del 2007 e sui giornali compaiono Sue dichiarazioni virgolettate: “ho passato tutta la gioventù in motorino e sono sensibile a questo tipo di tematiche”. E ancora: “ho difeso le moto anche in Europa, ad esempio per le norme sulla patente”. Invece abbiamo assistito ad una massiccia campagna di multe per un valore di milioni di euro non giustificate da motivi di sicurezza o di velocità degli autobus. Le due ruote non disturbano affatto il mezzo pubblico come dimostrato dalla sperimentazione riuscita sull’unica corsia gialla aperta alle moto che abbiamo ottenuto tra mille ritardi e con enorme fatica. Tra Piazza Dante e Piazza Palermo, dopo mesi di prova, non ci sono stati problemi: gli autobus scorrono senza rallentamenti e nessuno si è fatto male.
Invece di estendere la convivenza a tutte le corsie gialle come sarebbe logico, sembra che il Comune voglia mettere altre telecamere con il seguito prevedibile di polemiche ed ingiustizie. E’ chiaro che il solo scopo è quello di fare cassa a spese dei motociclisti e quindi di tutti i genovesi. Una vera tassa occulta. Così come un’altra tassa mascherata è la decisione di far pagare la sosta per le moto in città. Non solo non si trova un buco dopo le otto e mezzo del mattino e per tutto il giorno, ma si pagherà anche. In Piazza Dante, in Piccapietra e a Brignole se sono giusti i numeri che riportano i giornali avremo la metà dei parcheggi attuali e a pagamento: cornuti e mazziati. Il tutto con le solite strade piene di buche che molti anni di scarsa manutenzione rendono pericolose e disagevoli.
A proposito, che fine hanno fatto i lavori di messa in sicurezza della sopraelevata promessi per gennaio? Il tragico e pericolosissimo guard rail è ancora al suo posto indisturbato. Insomma registriamo che non c’è in città una attenzione ed una politica dedicata al mezzo a due ruote che continua ad essere considerato dal Codice della strada, dal Comune e dai Vigili un mezzo residuale. Sembra che qualcuno sia rimasto agli anni ’50 quando la lambretta era solo una tappa verso la seicento. Forse ancora non si è capito che Genova è l’apripista di una evoluzione che in tutte le città del mondo si fa strada. Un mezzo piccolo e leggero, maneggevole che inquina e consuma poco e si posteggia con facilità dovremmo tenercelo stretto e non trattare chi lo usa come un fastidioso e pericoloso mascalzone da tartassare senza ritegno. Per concludere, siamo ad una svolta. Le chiediamo di inaugurare una politica dedicata alle due ruote mettendo da parte le scelte che sono state prospettate. Viceversa siamo pronti a riprendere le nostre manifestazioni di difesa dei diritti dei motociclisti genovesi veramente incavolati. L’ultima volta eravamo in mille, ma se le telecamere (e le multe) raddoppiano…”
Romolo Benvenuto Presidente Dueruote in Città Genova, 28 gennaio 2011