Corse clandestine a Lecce? Sono solo dei pivelli
Moto supersportive a 300 Km/h: ce la farebbe anche il Rag. Filini. Leggevo con interesse l’intervento di Maurizio Caprino (qui). Si parla di corse clandestine in quel di Lecce. Moto supersportive che corrono come fossero in MotoGP (o Superbike) su un raccordo rettilineo che collega due autostrade. Concordo con quanto scritto da Caprino: quella strada […]
Moto supersportive a 300 Km/h: ce la farebbe anche il Rag. Filini.
Leggevo con interesse l’intervento di Maurizio Caprino (qui
). Si parla di corse clandestine in quel di Lecce. Moto supersportive che corrono come fossero in MotoGP (o Superbike) su un raccordo rettilineo che collega due autostrade. Concordo con quanto scritto da Caprino: quella strada sembra proprio una pista. Tuttavia non posso che continuare a rileggere la parola “rettilineo”, pensando che si tratta di strada comune, non un circuito.
- Solo i pivelli corrono fuori pista
Sono quelle persone che non riuscirebbero nemmeno a percorrerla due volte una pista vera. Hanno bisogno di sfogare i cavalli delle loro possenti moto sfidando la morte (propria e altrui) su strada comune. Si, certo, fa figo, ma solo nella loro testa (e in quella di qualche altro imbecille).
Mi tocca rilevare che quelle motociclette sono effettivamente costruite per correre. In città non si riesce nemmeno a “tirare la seconda”. Se una supersport finisce in mano a un pivello, questo la tira al chiodo su una strada dritta… è quasi “naturale”.
Qualcuno grida di metterle al bando, quelle moto. Io grido di mettere al bando i pivelli. È vero, trattasi di armi improprie. Forse non dovrebbe bastare una normale patente “A” per poterle guidare, ci vorrebbe una sorta di “porto d’armi”. O forse dovremmo imparare tutti a distinguere i pivelli dai veri motociclisti. Perché finché continueremo a chiamare “centauri” e “motociclisti” anche questi idioti, si sentiranno sempre più nel nostro gruppo. Ma noi li rifiutiamo!
I veri Motociclisti non corrono fuori pista (sul dritto, poi). I centauri degni di questo sostantivo non mettono a rischio la vita di ignari automobilisti (o altri motociclisti). Chi vive la moto in modo serio, se vuole “correre” lo fa in pista, dove ci sono meno rischi per tutti e si dimostrano veramente le doti di pilota.
Loro sono solo dei pivelli, la cui estinzione (per selezione naturale) non stupirebbe di certo Charles Darwin. Il vero problema è quando, però, a rimetterci le penne sono gli altri utenti delle strada…