Nate come appendice aerodinamica, si sono poi diffuse anche come sistema protettivo per la schiena dei piloti, ma in questo caso possono presentare degli svantaggi. Il primo tra i piloti a utilizzare una gobba aerodinamica fu Loris Reggiani, pilota negli anni ’80 e ’90 e ora voce nelle telecronache di Motomondiale insieme a Guido Meda. […]
Nate come appendice aerodinamica, si sono poi diffuse anche come sistema protettivo per la schiena dei piloti, ma in questo caso possono presentare degli svantaggi.
Il primo tra i piloti a utilizzare una gobba aerodinamica fu Loris Reggiani, pilota negli anni ’80 e ’90 e ora voce nelle telecronache di Motomondiale insieme a Guido Meda. Quell’anno (era il 1994) Reggiani si preparava all’ impegno nel campionato del mondo della classe 500, in sella alla Aprilia Rsv 400 bicilindrica. Il progetto per quella moto era stato pensato per sfidare le strapotenti 500 4 cilindri di quegli anni. I tempi sul giro di una 250 erano molto vicini a quelli di una 500 in virtù della maggiore maneggevolezza e velocità in curva, ma pagavano lo scotto in rettilineo, dove accusavano in media 30 kmh di gap.
Ecco l’idea dell’allora progettista Jan Witteween: e se si aumentasse la cubatura della 250 in modo da far guadagnare quei Kmh che la penalizzavano in rettilineo? Il progetto prese vita nel 1995, ma la velocità in rettilineo era ancora insufficiente. Per poter recuperare lo svantaggio dalle 4 cilindri si ricorse a un accurato studio dell’aerodinamica, sia della moto che del pilota. Reggiani ebbe l’idea di posizionare una gobba di maggiori dimensioni nella zona posteriore della tuta, per poter assumere, quando il pilota era in carena nel rettifilo, la conformazione a “uovo” ottima per una più efficace penetrazione aerodinamica.
Quella soluzione si rivelò così efficace che ben presto tutte le tute dei piloti cominciarono ad averne una; in seguito, come ovvio, la diffusione arrivò anche alle tute in vendita al pubblico. Nate come soluzione aerodinamica, si sono ben presto imposte anche come un’utile protezione per eventuali urti alla schiena.
- Ma funzionano sempre e comunque? In realtà no…
Il problema di una gobba, in caso di caduta e urto di schiena magari dopo un high side, è quello di creare spazio tra il casco e l’asfalto: in pratica lo stesso effetto di quando si viene tamponati in auto non avendo il poggiatesta al sedile. Il rischio di trauma alla colonna vertebrale, nella zona del collo, è inevitabilmente più alto. Se l’urto con l’asfalto avviene di schiena, la testa subisce una forte accelerazione all’indietro e il conseguente urto della nuca dovrebbe essere attutito dal casco. Tuttavia se il casco non trova “appoggio” immediato, il rischio di forti stiramenti nella zona del collo è inevitabile. Un altro problema è l’impaccio per i soccorritori: per stabilizzare il collo, infatti, bisogna poter appoggiare la testa a terra, cosa non facile con la gobba che crea spazio nocivo.
Le case produttrici di abbigliamento protettivo da tempo conoscono il problema: per questo le loro ultime realizzazioni prevedono gobbe più piccole e profilate sulla sagoma del casco. Certo possono essere efficaci per gli urti alla colonna, ma esistono fior di paraschiena che assolvono ottimamente a questo delicato compito. La gobba è comunque un plus di protezione, il che non fa mai male, ma solo se disegnata in un certo modo.
Le gobbe, nate come soluzione aerodinamica, non sono efficacissime come protezione, ma se ben realizzate di certo sono un’ottima soluzione per le nostre vertebre. Oltre al disegno (funzionale in caso di urto) anche la loro struttura dovrebbe essere rivista, per esempio studiando una soluzione che le renda removibili. Questo accorgimento consentirebbe la loro rapida rimozione in caso di soccorso: infatti, come spiegato sopra, possono costituire un impaccio qualora si venisse caricati su una barella, perché la testa non avrebbe un appoggio funzionale.
Oppure, si potrebbe pensare a gobbe gonfiate con gas (es. azoto) in modo da potere essere sgonfiate all’occorrenza. Ultimamente si vedono gobbe con chiusura a zip, con l’imbottitura che può essere sfilata: si tratta di un’ottima soluzione. I piloti del mondiale (ma non solo) hanno le gobbe “riempite” con centraline per l’airbag
o recipienti con bevande e, nel momento in cui devono essere trasportati in barella, queste vengono talvolta svuotate.
Per concludere: le gobbe sono senza dubbio un’ottima soluzione per la protezione delle nostre vertebre, ma prestate attenzione alle loro dimensioni. Acquistare una tuta con gobba troppo alta non serve a nulla e potrebbe essere pericoloso. Occhio.